Integrazione

Integrazione

Le politiche della regione Puglia si ispirano crescentemente, negli ultimi anni, alla pratica dell’integrazione quale pratica per accrescere l’efficacia dell’azione amministrativa ed elevare la qualità dei risultati attesi.

Per integrazione si intende uno stile di lavoro basato, nel metodo, sulla collaborazione e sulla integrazione – appunto – di culture, sensibilità, competenze e conoscenze non solo tra settori diversi dell’amministrazione regionale ma tra questi, le altre amministrazioni territoriali – a cominciare dai comuni – le rappresentanze organizzate degli interessi economici e sociali e le associazioni della cittadinanza attiva. La Regione Puglia, i suoi uffici, i suoi funzionali provano da tempo a praticare un rapporto con questi interlocutori non più basato sul semplice e esclusivo controllo ma su una azione costante di indirizzo e di affiancamento.

Per integrazione si intende ancora, nel merito, l’azione che mira a comporre in un disegno organico e unitario le politiche in settori diversi dell’amministrazione regionale allo scopo di cumularne gli effetti, semplificare e accelerare il procedimento amministrativo, ottenere risultati più duraturi nel tempo e maggiormente corrispondenti alle esigenze di economicità ma anche alla domanda di qualità e di efficacia espressa dai cittadini.

Uno sforzo di azione integrata riguarda le politiche di pianificazione urbanistica e territoriale e quelle di gestione delle infrastrutture per la mobilità. Con quale scopo? I servizi di trasporto pubblico locale sono diventati, specie nell’ultimo decennio, un fattore decisivo della qualità urbana: l’apertura di una stazione ferroviaria, in particolare sulle linee metropolitane, per esempio, può favorevolmente cambiare il destino di un’area marginale e degradata: la maggiore accessibilità rappresenta infatti un’occasione eccellente di riqualificazione. Ma perché questa prospettiva si realizzi occorre che le infrastrutture siano concepite con la massima integrazione nel territorio che le accoglie e quindi occorre che questo territorio pianifichi accuratamente le contestuali misure di riforma: che gli spazi esterni e i percorsi di accesso alla stazione siano sicuri, accoglienti e attraenti, per esempio. Che le nuove funzioni urbane di cui quel territorio eventualmente necessita si collochino preferibilmente intorno alle stazioni, eccetera. Gli ingenti investimenti che la Puglia ha messo in campo nel settore dei trasporti richiedono uno sforzo enorme perché conseguano il massimo effetto in termini sia di efficienza sia di qualità urbana e territoriale.

Esperimenti di integrazione riguardano anche la pianificazione del territorio, la difesa del paesaggio e le politiche agricole. Lo scopo che si persegue è di costruire una sincronizzazione tra politiche urbanistiche e politiche rurali, anche in vista della nuova politica comunitaria. Non è azzardato affermare che in Puglia, più che in molte altre regioni d’Italia, la ricostituzione di un territorio che sia attraente e in equilibrio dal punto di vista ambientale si consegue anzitutto mettendo in campo politiche agricole innovative e coraggiose. I programmi di rigenerazione urbana sperimentano, con buoni risultati, modalità diverse di integrazione, specie nelle aree di recente espansione, adiacenti ai centri urbani: le aree cosiddette periurbane. Altrettanto incoraggianti sono gli esperimenti che si praticano nella formazione e nella gestione dei parchi regionali. Il nostro obiettivo è anche di poter trarre da queste sperimentazioni indicazioni preziose per istituzionalizzare la pratica dell’integrazione in questo settore, con adeguati provvedimenti normativi, estendendola all’intero territorio regionale.

Anche il settore dei beni culturali è interessato da significative pratiche di integrazione, con la pianificazione del territorio e dei trasporti e con le politiche agricole. Sono sperimentazioni che riguardano in particolare la formazione dei sistemi ambientali e culturali (Sac). In questo caso ritroviamo lo sforzo di integrazione di comunità diverse, in un certo ambito territoriale, che animano molti esperimenti di rigenerazione urbana. Sono piccoli comuni che decidono di cooperare, di unire sforzi, finanziamenti, intelligenze per valorizzarne le risorse e aumentarne la capacità attrattiva: perseguendo dimensioni territoriali più appropriate e maggiormente accordate con la nuova politica comunitaria, sperimentano forme di aggregazione sociale e amministrativa destinate a incidere positivamente sulla articolazione dei sistemi urbani regionali. L’integrazione mira, in questo caso, a incastonare organicamente i beni culturali che si intende promuovere nel territorio che li ha generati, affinché non si presentino come una costellazione di emergenze in un territorio anonimo e indifferenziato. A questo fine si intende valorizzare la rete dei collegamenti che congiungono le emergenze: spostarsi da un luogo a un altro può diventare un’esperienza in se non un fastidioso tempo morto, un semplice trasferimento. Muoversi lentamente su distanze generalmente brevi, consente di conoscere in profondità il territorio agricolo, valorizzato e attrezzato dai gruppi di azione locale (i Gal): fermarsi a parlare con gli agricoltori, acquistare i prodotti locali, sentire i profumi, osservare il paesaggio che cambia, comprendere e apprezzare l’ambiente in cui i beni culturali e i centri urbani che li contengono si sono formati.

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